Ovvero “La regola dei Baccalajuoli”

1L’Accademia Partenopea del Baccalà ovvvero l’Accademia dei Baccalajuoli, conosciuta anche per brevità come “Confraterni­ta dei Mussilli e Coronielli” ha lo scopo di tutelare tutte le squisite arti sviluppatesi e sviluppantesi intorno al Gadus Morhua, sia nella versione salata del baccalà che in quella essiccata dello stoccafisso, tutelandone le preparazioni tradizionali e favorendone il miglioramento e la diffusione in Italia e all’estero. Da questo momento in poi la parola baccalà indicherà anche lo stoccafisso.

A tal fine l’Accademia:

a)studia i problemi della presenza del baccalà nella gastronomia all’interno delle singole realtà italiane, formula nuove proposte, dà gratuitamente pareri in materia su richiesta di casalinghe disperate, di istituzioni pubbliche e private, di cuochi in difficoltà, e opera silenziosamente ma in allegria per favorire la migliore conoscenza di questo generoso alimento.

b)promuove e favorisce tutte quelle iniziative dirette alla ricerca storica e/o a quella scientifica in grado di avvicinare sempre più strati della popolazione, in specie quella giovanile, ad una fonte di proteine finora ritenuta appannaggio delle classi più umili e diseredate, e mostrando loro il suo valore in quanto espressione cli costume, di civiltà, di cultura e di scienza.

c)promuove e diffonde presso la pubblica opinione la conoscenza di quei luoghi e di quelle persone, in Italia e nel mondo, che del “pesce veloce del Baltico” ne hanno fatto onore e vanto del proprio ristorante o della propria attività.

d)premia e pubblicizza con gli adeguati riconoscimenti chi meglio opera nel settore, in qualunque punto della filiera esso si trovi, e che agisca nel rispetto della natura e nella consapevolez­za che le risorse per essere rinnovabili vanno curate e tutelate. A tale scopo viene inserito il riconoscimento “Scella”*, che a seconda del grado cli merito raggiunto può essere di bronzo, argento od oro, e il premiato gode del diritto di fregiarsene e farlo sapere al mondo nei modi che preferisce. I premi vengono assegnati da una specifica e segretissima commissione interna ‘O cor’ ‘ell’Accademia d’o Baccalà composta da specialisti della nobile filiera e da soci anziani, motu proprio o su segnalazione cli confratelli. Naturalmente la “Scella” è come “l’illuminazione”: la si può avere, ma un attimo dopo la si può anche perdere.

e)si pone come obiettivo un’opera omnia e onnicomprensiva di tutto lo scibile riguardante questa nobile creatura e una volta giunta al com­pimento della millesima ricetta, che sarebbe, come dire, l’elencazione del milione dei nomi di Dio, l’erezione in una piazza cittadina di un monumento dedicato a questo sempiterno ed umile sostenitore del genere umano.

2L’Accademia è un’associazione privata senza fini di lucro, apartitica, ideo­logicamente libera, dove i suoi membri agiscono in condizioni di assoluta parità indipendentemente da nazionalità, sesso, razza o religione.

3L’Accademia può aderire, gemellarsi o flirtare con altri enti o associazioni nazionali e internazionali che professino analoghe finalità istituzionali e che a loro volta non abbiano fini di lucro.

4Nell’attività il presidente dell’Accademia viene coadiuvato da un segretario generale, un vice a cui delegare faccende noiose o cli minore importanza e da un ristretto numero di consiglieri (in un massimo di cinque) perché in più di otto a tavola si comunica male. Al consiglio riunito viene demandato il compito di programmare le attività del sodalizio, facendo proprie istanze diverse e da ogni parte provenienti.

5Può ottenere la qualifica di “Mussillo” o “Coroniello” soltanto chi abbia una specchiata reputazione gastronomica e una riconosciuta e accertata propensione verso la cultura del baccalà. Il candidato deve presentare domanda d’ammissione, corredata da un breve ma significativo curriculum vitae, al Presidente, e sostenuta da almeno due soci anziani e ottenere l’unanime parere favorevole del consiglio direttivo. All’atto della proclamazione deve dichiarare (ma con possibilità di ravvedimento) la sua preferenza verso uno dei due filetti, ovvero se appartenere al gruppo Mussillo o Coroniello.

6Nonostante sia un’associazione senza fine di lucro, è indispensabile versare, oltre un contributo d’iscrizione iniziale, annualmente, un simbolico scellino, modesto ma pur sempre una quota, a dimostrare un minimo di impegno e partecipazione da parte dell’iscritto e a coprire le spese di una pubblicazione quanto più possibile periodica, gratuitamente distribuita a tutti i soci, nella quale venga fornita una panoramica cli proposte, suggerimenti e indicazioni sugli avvenimenti di maggior rilievo in campo baltico- gastronomico. Il bollettino è a cura di una redazione costituita da soci redattori da nominarsi, oltre a collaboratori estemporanei cui di volta in volta la redazione si riserva di richiedere specifiche schede o articoli. In ogni caso la collaborazione, le segnalazioni, i suggerimenti e gli spunti critici da parte di tutti gli associati saranno particolarmente graditi.

7Le riunioni conviviali sono tenute a cadenza almeno bimestrale, fatte salve opportune e frequenti Visite cli monitoraggio a ristoranti del territorio che presentino particolari o nuove qualità di baccalà o cli particolari e innovative preparazioni dello stesso. Ogni riunione conviviale avrà di volta in volta un anfitrione o simposiarca del banchetto, al quale è affidato il compito di tenere una relazione, comunicazione o conversazione, non eccedente una ventina di minuti su cli un argomento a sua scelta, ovviamente sempre dal contenuto ittico.

8La qualifica di “Mussillo” o “Coroniello” si perde per: dimissione, decadenza, esclusione. Non si può impedire cli farsi del male a chi ha deciso cli inviare le proprie dimissioni. Basta una lettera con affrancatura semplice, o anche una cartolina illustrata. La decadenza è automatica nel momento in cui, nonostante i ripetuti solleciti, non venga versata la quota associativa o che non si abbia partecipato per un periodo di un anno all’attività della Confraternita. Viene esonerato dall’obbligo di frequentazione il socio “scellato” da infermità grave. L’esclusione, per comportamenti scellerati, indegni o quanto meno non consoni alla maestà dell’Accademia, viene pronunciata dal Presidente sentito il parere favorevole di almeno i due terzi del consiglio direttivo. Non ha il potere di un anatema o di una scomunica ma, allontanando il reprobo, è destinata a tutelare il buon nome dell’Accademia e dei confratelli.

*Dono del confratello Federico Monga.